Sbiancamento con laser (senza danni allo smalto)

Il colore dei denti è dato dal colore della dentina, dello smalto e dallo spessore di quest’ultimo.
Il COLORE ha 3 caratteristiche: la tinta, il croma e il valore.
TINTA : indica il colore base del dente ed è dato dalla dentina.
Varia dal marrone al giallo, al grigio, all’arancio.
CROMA : indica l’intensità della tinta.
VALORE : è la percentuale di grigio presente, indipendentemente dalla tinta.

LO SBIANCAMENTO MODIFICA IL CROMA E NON LA TINTA.

Un colore “C” (tendente al grigio) non diventerà mai un “B” (tendente al giallo).
In genere è possibile migliorare il croma di 1-2 gradi (da A3,5 ad A2).
Le discromie tendenti al giallo (gruppo B) raggiungono i migliori risultati, anche se esistono alcuni rari casi di refrattarietà al trattamento sbiancante.
Discromia Estrinseca: è un’alterazione del colore sulla superficie dello smalto dovute a cause alimentari, chimiche e batteriche. Per esempio: caffè, tè, vino rosso, liquirizia, carciofi, nicotina, clorexidina, fluoruro stannoso, batteri cromogeni, micosi.
TERAPIA: igiene, detartrasi e lucidatura.
Discromia Intrinseca: è un’alterazione del colore all’interno del dente, sia per cause esogene (amalgama d’argento dell’otturazione, materiali per l’endodonzia, fluoruro stannoso, nitrato ammoniacale,caffè, tabacco,….), che endogene (malattie congenite o ereditarie, fluorosi, tetraciclina, traumi e infezioni).
TERAPIA: Sbiancamento.
Nel 10% dei casi è possibile l’insorgenza di sensibilità (specie in presenza di recessioni gengivali) che scompare spontaneamente nel giro di pochi giorni o con l’applicazione di desensibilizzanti.
Indipendentemente dall’applicazione di una delle varie metodiche attuali e dall’utilizzo di varie sostanze, lo sbiancamento avviene sempre e solo con il perossido di idrogeno (H2O2) portando alla formazione di acqua (H2O) e ossigeno nascente (O2).
L’O2 entra a livello dello smalto fino ad arrivare alla dentina, interagendo e rompendo i doppi legami delle lunghe catene di carbonio.
Tutte le metodiche convenzionali attualmente in uso agiscono solo sullo smalto (più precisamente di solito applicato solo sul versante vestibolare esterno del dente) creando una alterazione della superficie che determina una riflessione della luce che dà l’effetto di sbiancamento, ma il colore del dente, che è nella dentina, non viene modificato.
Il H2O2 applicato per oltre 24 minuti (anche in più sedute: ha un effetto sommatorio), con una concentrazione del 30%, a causa dell’acidità, determina un danno irreversibile della superficie dello smalto disgregandone i prismi, e lasciando la superficie via via più rugosa, facilmente sporcabile e aggredibile dai batteri.
Lo SBIANCAMENTO CON IL LASER, pur utilizzando concentrazioni di H2O2 al 30%, ma in un ambiente basico, è molto più efficace per la potenza della luce e più duraturo delle attuali metodiche perché non danneggia in nessun caso lo smalto e l’ossigeno nascente penetra più profondamente fino ad arrivare nella dentina modificando in profondità il croma del colore del dente.
IL COLORE E’ NELLA DENTINA
Dagli ultimi studi scientifici, lo SBIANCAMENTO CON IL LASER ha un effetto di rinforzo dello smalto e determina una minore suscettibilità alla carie perché la superficie dello smalto rimane perfettamente liscia.
La durata dello SBIANCAMENTO CON IL LASER è da 1 a 4 anni a seconda delle abitudini del paziente, anche se tendenzialmente non si torna mai alla discromia di partenza.
LO SBIANCAMENTO SI EFFETTUA SOLO CON IL PARODONTO SANO E LE OTTURAZIONI NON CAMBIANO DI COLORE